Recensione Libro
A proposito de “Il Maschiometro” di Stefania Nardo una recensione di Marisa Di Bartolo.
Nel prendere in mano il libro di Stefania Nardo, sfogliandolo quasi distrattamente in prima battuta, ricordo di aver percepito da un certo momento in poi e quasi all’improvviso la magia che promana dai titoli dei paragrafi, titoli coi quali Stefania ci invita a inoltrarci in un mondo di uomini che a rigor di logica dovrebbero essere quelli con cui abbiamo familiarità da sempre, figli mariti manager fidanzati o amanti. Ma non è così: innanzi tutto questi uomini non sono i “predatori” che potremmo attenderci di incontrare nel saggio di una donna sul mondo maschile, ma potenziali “prede”; inoltre gli uomini che Stefania ci fa conoscere - direi ci presenta, come nel salotto buono della zia nubile - ci meravigliano per il loro essere realistici e insieme improbabili. Così, di pagina in pagina, dopo esserci fatte le ossa tra “Tenebrosi “, “Compagni di Viaggio” e “Giocondi”, ed essere approdati alla salvifica piattaforma dei “Fuori di Testa”, ci sentiremo pronti/e per individuare le caratteristiche dell’“Uomo che ci sta davanti”, in modo da collocarlo, con l’aiuto del testo-guida de “Il Maschiometro”, nel gradino opportuno del Cono. Qui interviene alla luce dell’ammiccante sorriso di Stefania un balzo nel nocciolo profondo del libro: l’individuazione della categoria di appartenenza del soggetto in esame dovrebbe infatti risultare utile sia ai lettori-donna che ai signori uomini: le prime perché siano pronte a schivare pericolosi “Re Leoni” o appiccicosi “Mammoni”, e i secondi perché possano quanto meno formalmente emendarsi dei tratti più tracotanti di un vetero maschilismo sempre in agguato. Così, quella che ci era stata proposta come la “ricerca sul campo” di una sociologa esperta in “tecniche motivazionali per ricerche di mercato”, virerà in un manuale la cui cerniera consiste nella descrizione delle varie tipologie maschili, rigorosamente elencate nel Cono di Stefania Nardo. “Cono” i cui variopinti gradini ci forniscono pure le modalità utili a riconoscere ed eventualmente catturare le “prede”. In sostanza, “Il Maschiometro” potrebbe apparire, nei gineprai dei rapporti uomo-donna, un faro nelle tenebre, faro ammiccante e insieme serio, che in ogni caso ci invita a prendere atto dell’ambiguità dei rapporti umani, in un sorridente inseguirsi tra predatori e prede.
Marisa Di Bartolo
Giornalista e scrittrice
03/03/2015